VIRGINIA RAGGI E L’INSOPPORTABILE MASCHILISMO

È la prima sindaca della capitale, avvocato, tre lingue parlate fluentemente, già consigliere comunale nella precedente consiliatura romana. Da avvocato si è occupata di diritto civile, giudiziale e stragiudiziale, diritto d’autore, proprietà intellettuale e nuove tecnologie.

Di tanto in tanto la tirano dentro a qualche indagine da cui esce ogni volta estranea ed a testa alta. Trasparenza e legalità tra i motivi del suo mandato, che non tutti apprezzano, compreso il M5S. Eppure, lavora tanto e continuatamente. Si impegna, studia, confronta. Ha ereditato un’amministrazione carica di debiti e di difficoltà, che negli anni passati è stata foraggio per le clientele di diversi partiti.

Ha promosso controlli sull’operato della macchina comunale, migliorato il parco dei mezzi pubblici a disposizione, emanato bandi a norma ed evitato affidamenti diretti. Anche i contributi a pioggia sono diventati miraggio. È  intervenuta nelle periferie e contrastato le criminalità capitali. Nel novembre 2018 vengono abbattuti e sgomberati 8 villini appartenenti ai Casamonica. Le indagini della magistratura porteranno anche all’arresto di uno dei capi storici, Luciano Casamonica, e a quello di altri 22 esponenti del clan. Ad aprile 2019 la Cassazione ribadisce che il clan Casamonica è “un’associazione di stampo mafioso”. Perché si è attesa la amministrazione Raggi per compiere una simile operazione? Perché se un’operazione così clamorosa, quando a farla è un uomo, ci sono gli speciali e le commemorazioni quando invece è una donna, l’antimafia mediatica si tinge di maschilismo e guarda con superficialità a questi risultati? Se pensate che i Casamonica siano un gruppo di dilettanti, allora dovete leggere il lavoro di Nello Trocchia, edizioni Utet. In cui spiega che il fenomeno contro cui ha preso iniziativa la Raggi era visibile nella capitale già dal 2015. Tre anni dopo si interviene.

Non si sottolinea abbastanza quanto coraggio abbia avuto questa donna nello scegliersi certi nemici. Nel mettere in conto minacce e di finire sotto scorta. Prendere certe decisioni le è costato sul piano personale, ma è sempre roba da poco, perché tanto è la Raggi! Non fa storia. Una cosa da poco per i detrattori sempre pronti a farle le pulci. Eppure, se lo avessero fatto con tutti coloro che l’avevano preceduta non si sarebbe arrivati ai livelli di gestione del debito romano.

L’informazione è libera per natura, ma non dev’essere viziata da pregiudizi, quelli che paga ogni giorno questa persona. Poiché è donna non le si perdona nulla, deve fare tutto in fretta, ottimamente e produrre.

Il metro che le hanno assegnato da raggiungere non è il buono ma il meglio.

Non un sacchetto di rifiuti deve restare a terra, nessun marciapiedi sporco: colpa della Raggi. Mi ha colpito sapere che la pulizia di un tombino, avvenuta di recente, avesse fatto scoprire che non ci si mettesse mano dal 1997. Per dovere di memoria ricordiamo allora che la Raggi non fosse nemmeno consigliere comunale e che altri sedevano nel civico consesso. Oltre a non disporre la pulizia per quel tombino non c’è stato nemmeno chi, in tutti questi anni, fosse andato a verificare l’avvenuta pulizia, così come caditoie e canali. Parliamo di 23 anni fa! Ma è un punto a suo vantaggio quindi andiamo oltre. Renderle un tributo non fa audience.

Non mi piace questa linea intrapresa da diverse testate. Ha fatto tanto e viene pubblicizzato poco. Ha favorito la mobilità urbana, la creazione di piste ciclabili e pedonali. Installato per prima in Italia le macchinette mangia plastica che in cambio restituiscono biglietti da viaggio locali. Da sindaca a preda mediatica. Non va bene perché è la prima sindaca, perché è donna, perché a differenza degli uomini non è ammesso l’errore, perché ci si aspettava facesse in pochi anni quanto non fosse stato fatto nei dieci precedenti. L’intolleranza al personaggio-Raggi si annovera in un comportamento pregiudiziale che dovrebbe infastidire non solo le femministe, ma le donne in generale. Aveva ragione Charlotte Witton, sindaco di Ottawa  quando disse che: “Qualsiasi cosa facciano le donne devono farla due volte meglio degli uomini per essere apprezzate la metà. Per fortuna non e’ una cosa difficile!”

La carta prepagata di 10 mila lire trovata in un tombino a piazza Santa Maria del Soccorso, che non veniva pulito da 22 anni.

Nella politica che porta avanti c’è pure un’attenzione per i più deboli. Lo ha dimostrato, avallando il “Piano Freddo” con più risorse e più posti riservati alle persone senza dimora e in condizioni di fragilità. Parliamo di 450 posti a disposizione tra accoglienza diurna e notturna, 115 in più rispetto all’anno scorso. Già attivi circa 350 posti ed è in programma pure un ulteriore aumento in base alle necessità che dovessero presentarsi. Ha finanziato altri 100 posti di accoglienza attivabili direttamente dai Municipi I, II, III, VIII e X. Un piano che si aggiunge ai circa mille posti dell’accoglienza ordinaria dei circuiti capitolini della Sala Operativa Sociale e per i Migranti Fragili ed ai circa 60 mila pasti serviti mensilmente con fondi capitolini.

Mi spiace, ma lo scotto istituzionale che viene fatto pagare a Virginia Raggi è troppo grande ed ingiusto. Ci sono politici che producono la decima parte di quanto fa lei e vendono il prodotto come se fossero quotidianamente operativi.

Voglio un’informazione più giusta, meno maschilista, cominciando dalle stesse donne che fanno informazione. Non dobbiamo prestare il fianco al luogo comune, al pensiero spicciolo, alla presa di posizione per denigrare preventivamente e che ancora esiste quando ci si trova davanti una donna, dalla politica alla lotta alle mafie. La stessa azione non può essere più lodevole se a farla è un uomo merita una equità di pensiero che non sempre vedo. Così si trasmette l’idea che gli uomini lavorino meglio o che, se a fare loro un’azione di contrasto ai poteri forti è da incensare e se a farla è una donna, è normale amministrazione. Per il nuovo anno spero in un cambio di registro nel fare informazione.

6 pensieri su “VIRGINIA RAGGI E L’INSOPPORTABILE MASCHILISMO

  1. L’ha ripubblicato su Diemme – La strada è lunga, ma la sto percorrendoe ha commentato:
    Io già mi sono espressa nell’articolo “Innamorata di Virginia Raggi” e seguenti, sono contenta di proporre quest’altra bella testimonianza sull’immane lavoro che questa donna sta svolgendo (anche se non sono d’accordo sulla tesi sessista, sono convinta che chi la contesta lo faccia solo per amore della poltrona).

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  2. Il registro non potrà cambiare fintantoché non siano cambiati i proprietari che dettano la linea di testate e reti televisive, perché tutto ciò che avviene è ben lungi dall’avvenire per semplice coincidenza, qualcuno manovra l’informazione per difendere interessi e privilegi, non raccontiamoci le favole. Virginia Raggi combatte quei privilegi e quegli interessi, e, indipendentemente dal fatto che sia uomo o donna, DEVE essere combattuto, denigrato e messo alla berlina, almeno finché l’evidenza della verità non sia più grande della bieca servile propaganda

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    1. Io personalmente ne ho sempre parlato bene, ammetto solo però dopo averla vista all’opera, ed è una donna che mi stupisce sempre in positivo: non accoglionista e non arroccata, ma per la giusta via dell’integrazione.

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